Francesco (Marco Giallini) è uno psicanalista vedovo e padre premuroso di tre ragazze dai diciotto ai trent'anni (Anna Foglietta, Vittoria Puccini e Laura Adriani), ognuna con un carico non indifferente di problemi personali che, casualmente, si intrecciano con quelli del genitore.
Provando a utilizzare un modello americano (se non fosse sacrilego verrebbe da dire alleniano), Paolo Genovese adatta il solito canovaccio comico-sentimentale all'italiana fatto di scambi, rapporti che si scuciono e ricuciono provvidenzialmente, isterismi e istrionismi al contesto psicanalitico, modaiolo pretesto per dare una parvenza di intellettualità. La mano è garbata, la trivialità bandita, i temi in gioco sono tanti (l'omosessualità femminile, l'amore che si scontra con l'handicap, rappresentato dal personaggio di Vinicio Marchioni, il tradimento, i rapporti padre-figlie), forse troppi, e si disperdono nell'insieme. Uno sforzo apprezzabile che però non basta a dare spessore a un intreccio che spesso, sia nella forma che nella sostanza, assomiglia troppo a una lunga sitcom e poco a un film. Cast in discreta forma, specialmente il misurato Giallini, penalizzato però da una fastidiosa voice over e da un invasivo, a tratti assordante, commento sonoro.