David
Lynch
Regista, sceneggiatore, pittore, musicista statunitense. Nato David Keith Lynch e simbolo di un cinema allucinato e straniante, mostra grande predisposizione alla pittura e alle arti figurative. Esordisce dietro la macchina da presa con alcuni cortometraggi (Six Figures Getting Sick, The Alphabet) e un mediometraggio, The Grandmother, per poi passare al lungometraggio con Eraserhead (1977), diventato di culto nei circuiti underground e molto apprezzato da Stanley Kubrick. La notorietà raggiunta gli procura l'ingaggio di Mel Brooks, produttore di The Elephant Man (1980), che ottiene otto nomination all'Oscar. Dopo il rifiuto di dirigere Il ritorno dello Jedi (Star Wars: Episode VI – Return of the Jedi, 1983), lavora al travagliato Dune (1984) per Dino De Laurentiis: un totale fallimento che porta a Lynch a non realizzare più un altro progetto su cui non può avere il totale controllo creativo. Seguono Velluto blu (Blue Velvet, 1986) con l'attore feticcio Kyle MacLachlan, Dennis Hopper e la compagna dell'epoca Isabella Rossellini e Cuore selvaggio (Wild at Heart, 1990) con Nicolas Cage; nel frattempo gira la serie televisiva cult I segreti di Twin Peaks (Twin Peaks), che dà origine al prequel cinematografico Fuoco cammina con me (Twin Peaks: Fire Walk with Me, 1992) e che è oggetto di una terza stagione nel 2017. Il 1997 è l'anno di Strade perdute (Lost Highway), cui seguono Una storia vera (The Straight Story, 1999) e l'onirico Mulholland Drive (2001) con Naomi Watts e Laura Harring, Premio per la miglior regia al Festival di Cannes. Nel 2006 completa INLAND EMPIRE – L'impero della mente (INLAND EMPIRE) con Laura Dern e Harry Dean Stanton, esperienza di visione unica e torrenziale dove si annega consciamente negli abissi della mente umana: il film viene presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nella stessa edizione in cui a Lynch viene conferito il Leone d'oro alla carriera.