Philip Winter (Rüdiger Vogler), fotoreporter tedesco in crisi, e una sua connazionale (Lisa Kreuzer), in viaggio insieme alla piccola figlia Alice (Yella Rottländer), si incontrano per caso in aeroporto a New York. Abbandonata dalla madre, Alice è accompagnata da Philip attraverso l'Europa in cerca della sua famiglia. Quarto lungometraggio diretto da Wenders, è la sua prima opera in cui linguaggio e poetica raggiungono una piena compiutezza espressiva. Dopo tre film disuguali e ancora non perfettamente risolti, con questo titolo, che inaugura quella che verrà definita “Trilogia della strada”, Wenders delinea il primo tassello importante di un originale percorso autoriale. Da subito il film denuncia la sua natura di road-movie atipico e senza centri, in cui la meta è il viaggio e lo spostamento fisico coincide con la riflessione interiore. Muovendosi in direzione opposta rispetto a quella che Wenders stesso seguirà nel corso della sua carriera, il viaggio di Philip e Stella si sposta dall'astratta impersonalità degli Stati Uniti fino al cuore delle radici e dell'appartenenza tedesca, nella città di Wuppertal. Come unica guida i due hanno una fotografia, documento di un paesaggio urbano ed esistenziale impossibile da riconoscere se non attraverso la visione potenziata del ricordo. Tratto insolito per Wenders è il gradevole apporto di leggerezza generato dall'incontro tra la sottile clownerie di Rüdiger Vogler e la brillante interpretazione della piccola Yella Rottländer. Tra gli esiti più liberi, riusciti e memorabili del primo Wenders. La “Trilogia della strada” sarebbe continuata con i successivi Falso Movimento e Nel corso del tempo (entrambi del 1975).