L'investigatore privato Harry Moseby (Gene Hackman) indaga tra Los Angeles e la Florida sulla misteriosa scomparsa di una sedicenne. Alle difficoltà del caso, dai contorni sempre più sfuggenti ed ambigui, si aggiungerà un momento non facile nella sua vita di coppia. Crepuscolare thriller dalle coloriture noir, è uno dei migliori film girati da Penn negli anni '70, teso e asciutto fino al magnifico e disperato finale. Tutti i personaggi di questa cupa ballata di morte sembrano aver vissuto molto di più di quello che la loro età anagrafica racconta: attrici disfatte, enigmatiche controfigure, giovanissime ninfomani, mogli infedeli. Tutti tranne Moseby, un eccellente Gene Hackman in uno dei ruoli più belli della sua carriera: un detective solo, disorientato e in crisi, che deve ancora imparare dalla vita la più crudele delle lezioni. Cruciale, in questo puzzle in cui nulla è come sembra, il ruolo chiarificatore ed illuminante del cinema: è in un film che Moseby vede la morte reale della giovane Delly ed è all'uscita di un cinema che scopre il tradimento di sua moglie. Ottima la fotografia di Bruce Surtees, di grande eleganza e sapiente equilibrio luministico. Efficaci tutte le interpretazioni, compresa quella di un'appena diciottenne Melanie Griffith, al suo primo film ufficiale.