Con una mano ormai inutilizzabile per suonare la chitarra, il mariachi senza nome (Antonio Banderas) prosegue la sua ricerca per vendicarsi dei malviventi che causarono la sua menomazione e la morte della sua amata.

Stuzzicata dalla positiva risposta avuta da El mariachi (1992), la Columbia è stata la prima casa di produzione a essersi accaparrata l'acerbo talento di Robert Robriguez e a portarlo al servizio di Hollywood proponendogli un sequel del suo film d'esordio, questa volta però con un budget di tutt'altra entità. Con circa dieci milioni a sua disposizione, il regista messicano può contare su attori con la “A” maiuscola (Antonio Banderas, Salma Hayek, Danni Trejo, Quentin Tarantino) e su mezzi adeguati alle sue idee. Rodriguez calca la mano soprattutto sui personaggi, in particolar modo quelli principali, tratteggiandoli con un approccio decisamente sopra le righe, assimilabile al comic book piuttosto che alla caricatura. Il risultato è ancora una volta un miscuglio di generi dove il western e il pulp sgomitano in maniera prepotente; ma l'equilibrio non sempre si riesce a trovare e sono diversi i passaggi a cui manca il ritmo necessario per intrattenere come il regista vorrebbe. Così così.