Alla ricerca di due preziosi dipinti per conto del suo manager (Elio Zamuto), la cantante Grazia (Nadia Cassini) si finge infermiera per infiltrarsi nell'ospedale psichiatrico del professor Amedeo Larussa (Lino Banfi) e svolgere indisturbata l'incarico. Ma alcuni scatenati pazienti e l'attrazione per un bel dottore (Paolo Giusti) le metteranno i bastoni tra le ruote.

Mariano Laurenti, anche sceneggiatore con Francesco Milizia, dirige un'esile ma a tratti divertente commedia degli equivoci: la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e l'intreccio è pretestuoso e insensato, ma i siparietti di Lino Banfi con i malati di mente convinti di essere personaggi storici (Moshe Dayan, Erwin Rommel, Napoleone) scatenano una comicità demenziale e fracassona che funziona. La splendida Nadia Cassini mostra generosamente il posteriore e passa il tempo a difendersi dagli attacchi sessuali di chicchessia. Esilarante il sogno di Larussa che insegue in tanga l'eterea e discinta Grazia per praticarle una simbolica iniezione. Alvaro Vitali è il sessuomane pittore Peppino de Tappis (nomen omen), Karin Schubert è Eva, Nieves Navarro (che si spoglia quasi quanto la Cassini), accreditata come Susan Scott, è Veronica Larussa. Musiche di Gianni Ferrio.