Johnny Stecchino
1991
Paese
Italia
Generi
Commedia, Gangster
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Roberto Benigni
Attori
Roberto Benigni
Nicoletta Braschi
Paolo Bonacelli
Franco Volpi
Turi Scalia
Ivano Marescotti
Tony Sperandeo
Il boss mafioso Johnny Stecchino (Roberto Benigni) è costretto a nascondersi in Sicilia dopo essere diventato un pentito. Quando la moglie Maria (Nicoletta Braschi), in una cittadina del nord, si scontra con il suo sosia, Dante (Roberto Benigni), scatta un diabolico piano: invitare a Palermo l'ignaro Dante perché venga eliminato al posto di Johnny, il quale così vivrebbe finalmente tranquillo.
Commedia degli equivoci con richiami al mondo dei fratelli Marx e al Billy Wilder di A qualcuno piace caldo (1959), la seconda collaborazione tra Vincenzo Cerami e Roberto Benigni rivela una buona alchimia tra i due nel trovare i giusti tempi comici della scrittura. La leggerezza con cui vengono affrontati temi spinosi come l'ambiente mafioso e l'omertà regala gustosi momenti comici e la recitazione del comico toscano, in una doppia interpretazione complementare, è ben modellata sul tono del film. La sua tipica comicità esplosiva trova in Paolo Bonacelli, avvocato corrotto, una spalla ideale, con siparietti memorabili. Pellicola godibile e divertente nella sua semplicità, solo in piccola parte vittima di una messinscena elementare e della pessima performance di Nicoletta Braschi. David di Donatello speciale per il successo del film e due Nastri d'argento: migliore attore protagonista (Benigni) e migliore attore non protagonista (Bonacelli).
Commedia degli equivoci con richiami al mondo dei fratelli Marx e al Billy Wilder di A qualcuno piace caldo (1959), la seconda collaborazione tra Vincenzo Cerami e Roberto Benigni rivela una buona alchimia tra i due nel trovare i giusti tempi comici della scrittura. La leggerezza con cui vengono affrontati temi spinosi come l'ambiente mafioso e l'omertà regala gustosi momenti comici e la recitazione del comico toscano, in una doppia interpretazione complementare, è ben modellata sul tono del film. La sua tipica comicità esplosiva trova in Paolo Bonacelli, avvocato corrotto, una spalla ideale, con siparietti memorabili. Pellicola godibile e divertente nella sua semplicità, solo in piccola parte vittima di una messinscena elementare e della pessima performance di Nicoletta Braschi. David di Donatello speciale per il successo del film e due Nastri d'argento: migliore attore protagonista (Benigni) e migliore attore non protagonista (Bonacelli).
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