Le sorelle Berniers (Geraldine Page e Wendy Hiller) hanno sempre supportato il loro fratello buono a nulla Julian (Dean Martin), nonostante i suoi svariati fallimenti professionali. Quando quest'ultimo torna a casa con diversi soldi, accompagnato dalla sua giovane moglie Lily (Yvette Mimieux), le tensioni familiari finiranno per esplodere. Da una pièce di Lillian Hellman, La porta dei sogni è un film potente solo nelle premesse, che spreca il notevole materiale di partenza per puntare su un registro di maniera e su una serie di soluzioni drammaturgiche facili e ricattatorie. La retorica abbonda e George Roy Hill, al suo secondo lungometraggio dopo Rodaggio matrimoniale (1962), non riesce a gestire il tutto con la necessaria professionalità: il film finisce per girare a vuoto e somiglia più a un romanzetto rosa da quattro soldi che a una pellicola degna del testo da cui è tratta. Dean Martin fuori parte.