Lo psicologo Norman Goodman (Dustin Hoffman) viene chiamato a far parte di un team di scienziati, selezionati allo scopo di compiere ricerche su una ignota astronave incagliata negli abissi dell'oceano. Dentro il relitto troveranno una misteriosa sfera di origine sconosciuta che influirà sulle azioni di ognuno di loro.
A quattro anni di distanza da Rivelazioni (1994), Barry Levinson adatta per la seconda volta un romanzo di Michael Crichton, addentrandosi qui in un claustrofobico sci-fi spruzzato di misticismo. I meandri della mente umana trovano facile parallelismo nelle profondità marine in cui si svolge la vicenda, ma il limite più grande della pellicola è un tema troppo ampio maneggiato con sufficienza, di cui Levinson scalfisce solamente la superficie con qualche trovata interessante e poco altro. Regia ordinaria e decisamente soporifera che lascia campo libero a un cast sprecato e a buoni effetti speciali.