1958. Per i quattro spericolati membri del team Dedalus, piloti-ingegneri della Nasa, il sogno di andare nello spazio si infrange miseramente. Avranno la loro seconda chance quarant'anni dopo, quando saranno gli unici in grado di riparare un satellite russo in orbita che rischia di precipitare.
Clint Eastwood è qui alle prese con una produzione molto mainstream rispetto ai suoi standard, un buddy movie in salsa gerontofila con una certa abbondanza di effetti speciali. Il regista si ritaglia il ruolo di Frank, testardo leader del team, e chiama gli amici Tommy Lee Jones, Donald Sutherland e James Garner a dividere con lui la scena. Nella prima parte il film sfodera i toni della commedia, ammiccando a I sette samurai (1954) nelle scene in cui Frank “arruola” i tre sodali, e concedendo l'immancabile parentesi romantica a uno dei quattro; poi, si concentra sulla missione spaziale, occasione ideale per rimestare su temi classici (l'eroismo, l'importanza del gioco di squadra, l'inefficacia della tecnologia che prescinde dalle doti umane) e regalare qualche frecciata fuori tempo massimo allo storico avversario sovietico. Le premesse per divertirsi in presenza di ben quattro stelle del firmamento hollywoodiano dei tempi d'oro ci sono tutte, nonostante un finale oltremodo retorico che rende l'avventura siderale eastwoodiana un'opera riuscita solo a metà.