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Cronache dal FESCAAAL: il racconto della settima giornata con due film dal concorso lungometraggi Finestre sul Mondo
Il programma di giovedì 9 maggio, settima giornata di festival, si è diviso tra Cineteca Milano Arlecchino, sede principale del FESCAAAL, con due film in concorso nella sezione principale, Finestre sul Mondo, e il cinema Godard di Fondazione Prada, con la seconda delle tre proiezioni in omaggio al presidente di giuria, Lav Diaz. Dopo il film del 2013 “Norte, the End of History” di domenica scorsa, questa volta è toccato al film che permise al regista filippino di aggiudicarsi il Pardo d’Oro al Festival di Locarno del 2014, “From What is Before”, che racconta gli effetti devastanti della svolta autoritaria della dittatura di Marcos sulla quotidianità degli abitanti di un piccolo villaggio nel nord delle Filippine ed è una delle opere più emblematiche della poetica del regista.


Per quanto riguarda invece il concorso lungometraggi Finestre sul Mondo, abbiamo visto “Dilli Dark” di Dibakar Das Roy e “Sujo”, di Astrid Rondero e Fernanda Valadez. Erano presenti in sala anche Dibakar Das Roy e Astrid Rondero, che si sono intrattenuti con il pubblico per una sessione di domande al termine delle proiezioni.

Dilli Dark. Film di produzione e regia indiana, racconta la storia di Michael, nigeriano, che vive da sei anni a Nuova Delhi (in gergo, Dilli) dove vorrebbe finire il master in economia e stabilirsi. Per sopravvivere finisce per fare lo spacciatore con il nome di Kevin, mettendo a repentaglio i suoi piani. Opera prima del regista indiano Dibakar Das Roy, il film è stato presentato in anteprima mondiale al Tallinn Black Nights Film Festival e in seguito è passato al Mumbai Film Festival prima di arrivare in concorso al FESCAAAL. Si tratta di una dark comedy satirica sulle difficoltà ad integrarsi in una realtà in cui il razzismo è profondamente radicato e apparentemente impossibile da debellare. La prima metà di film è quella che funziona di più, restando per lo più una commedia “pura” che costruisce il suo ritmo sull’accumulo di gag e situazioni. Il regista sembra però perdere le redini del film nella seconda parte, quando lo script diventa più confuso e la narrazione più intricata.

Sujo. L’altro film della giornata, invece, arriva direttamente dal Sundance Film Festival di quest’anno, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria. Il film, diretto dalla coppia di registe Astrid Rondero e Fernanda Valadez, racconta la storia di Sujo che, all’età di 4 anni, perde il padre, temutissimo sicario di un cartello messicano dello Stato di Michoacan. Sopravvive grazie alle zie, Nemesia e Rosalia, che lo crescono in una campagna isolata tra difficoltà, miseria e il costante pericolo associato alla sua identità. Da giovane adulto capisce che il destino di suo padre potrebbe essere ineluttabile e cerca di sfuggirgli tentando di ricostruire la sua vita a Città del Messico. “Sujo” è un ritratto riflessivo e ipnotico dell'infanzia e della giovinezza del personaggio principale, che con una spada di Damocle che rappresenta la violenza e il peccato generazionale. Il film di Astrid Rondero e Fernanda Valadez, anche se forse un po’ troppo lungo, con una parte centrale che risulta troppo compassata, è riuscito sotto tutti i punti di vista, con una sceneggiatura solida, un’interpretazione principale notevole e soprattutto una regia in grado di creare momenti di grande tensione.

Vi diamo appuntamento a domani, con il racconto dell’ottava giornata del FESCAAAL, che ci porterà alla fine del concorso Finestre sul Mondo con gli ultimi due film, il senegalese “Demba” di Mamadou Dia e il cinese “Some Rain Must Fall” di Qiu Yang. A domani!

A cura di Simone Riccardi 

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