La ragazza madre e artista libera Laura Reynolds (Elizabeth Taylor) vive in maniera disinvolta insieme al figlioletto Danny (Morgan Mason), che decide di educare a modo suo sulle spiagge accanto alla loro casa californiana. Quando, per motivi legali, il ragazzino sarà spedito in un collegio episcopale diretto dal pastore Hewitt (Richard Burton), tra Laura e quest'ultimo nasce presto una reciproca attrazione, nonostante le molteplici differenze di vedute e il matrimonio di lui con l'insegnante Claire (Eva Marie Saint). Terzo di undici film girati in tandem dalla magnifica coppia Taylor-Burton, successivo al monumentale Cleopatra (1963) di J.L. Mankiewicz e precedente all'indimenticabile Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols. Il divismo dei due mette in ombra il talento di Vincente Minnelli, che aveva diretto la diva dagli occhi viola ne Il padre della sposa (1950) e in Papà diventa nonno (1951), e che si posiziona silenziosamente in cabina di regia per dirigere un insipido “melodrammino” a budget medio-alto girato in California. Sceneggiato da Irene Kamp, Louis Kamp, Michael Wilson e Dalton Trumbo, è tagliato su misura per il bel talento della Taylor, che effettivamente dimostra ancora una volta di essere un'attrice capace, e del tutto credibile nei panni di ragazza madre artista e disinibita. Peccato, però, che il copione sia insulso e la noia prende presto il sopravvento. Oscar alla canzone The Shadow of Your Smile, di Johnny Mandel e Paul Francis Webster.