Il cavaliere pallido
Pale Rider
1985
Paese
Usa
Genere
Western
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Clint Eastwood
Attori
Clint Eastwood
Michael Moriarty
Carrie Snodgress
Chris Penn
Richard Dysart
In un villaggio minerario dell'Idaho, la comunità è minacciata dall'arrogante possidente LaHood (Richard Dysart). Un misterioso predicatore senza nome (Clint Eastwood), in realtà eccezionale pistolero, arriva in soccorso dei cittadini, affrontando il gruppo di spietati mercenari assoldati da LaHood.
Per la terza volta, Eastwood torna nella Frontiera, dopo Lo straniero senza nome (1973) e Il texano dagli occhi di ghiaccio (1976) e prima del pluripremiato Gli spietati (1992). Delle sue quattro incursioni nel western, questo è probabilmente l'episodio meno originale e significativo, praticamente un aggiornamento del celeberrimo Il cavaliere della valle solitaria (1953) di George Stevens. Il regista-attore ci offre l'ennesima incarnazione dell'eroe la cui identità resta ignota, implacabile raddrizzatore di torti e difensore delle giuste cause. Lo arricchisce tuttavia di un elemento (quasi) inedito, ovvero l'aura biblica che lo circonda: il “Preacher” assume così, diversamente dallo Shane del film di Stevens sopracitato e degli altri eroi eastwoodiani, le fattezze di un angelo sterminatore, di un giustiziere vetero-testamentario. Peccato che, nonostante la capacità di valorizzare l'impianto visivo e i bei paesaggi e una notevole disinvoltura nella rappresentazione della violenza, l'opera senta un po' l'affaticamento di un genere che negli anni '80 appariva ormai avviato verso una progressiva agonia.
Per la terza volta, Eastwood torna nella Frontiera, dopo Lo straniero senza nome (1973) e Il texano dagli occhi di ghiaccio (1976) e prima del pluripremiato Gli spietati (1992). Delle sue quattro incursioni nel western, questo è probabilmente l'episodio meno originale e significativo, praticamente un aggiornamento del celeberrimo Il cavaliere della valle solitaria (1953) di George Stevens. Il regista-attore ci offre l'ennesima incarnazione dell'eroe la cui identità resta ignota, implacabile raddrizzatore di torti e difensore delle giuste cause. Lo arricchisce tuttavia di un elemento (quasi) inedito, ovvero l'aura biblica che lo circonda: il “Preacher” assume così, diversamente dallo Shane del film di Stevens sopracitato e degli altri eroi eastwoodiani, le fattezze di un angelo sterminatore, di un giustiziere vetero-testamentario. Peccato che, nonostante la capacità di valorizzare l'impianto visivo e i bei paesaggi e una notevole disinvoltura nella rappresentazione della violenza, l'opera senta un po' l'affaticamento di un genere che negli anni '80 appariva ormai avviato verso una progressiva agonia.
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