Harry Potter (Daniel Radcliffe), orfano undicenne, vive con gli ottusi zii (Richard Griffiths e Fiona Shaw) e l'orrendo cugino Dudley (Harry Melling) che lo maltrattano incessantemente. Ma un giorno riceve una lettera di convocazione per la scuola di magia di Hogwarts: guidato dal gigantesco Rubeus Hagrid (Robbie Coltrane) entrerà nel mondo dei maghi, dove scoprirà di essere un vero mito.

Primo adattamento cinematografico della fortunatissima saga letteraria ideata da J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale è funzionale a introdurre lo spettatore nel magico mondo di Hogwarts. Dai gufi postini al binario 9 ¾ di King Cross Station tutti gli elementi che diventeranno parte integrante della serie compaiono qui per la prima volta insieme ai suoi protagonisti. Columbus punta su una regia per famiglie, solida e poco rischiosa, ma tutto sommato adatta ai toni ancora piuttosto light delle vicende del piccolo aspirante mago. La Rowling ha insistito perché tutto il cast fosse composto da attori inglesi e infatti, accanto al maghetto e ai suoi inseparabili amici Ron (Rupert Grint) e Hermione (Emma Watson), compare un pout-pourri di glorie del cinema britannico, destinato ad arricchirsi negli episodi successivi: da Richard Harris (il preside Albus Silente), a Maggie Smith (la vicepreside Minerva McGranitt), da John Hurt (il venditore di bacchette magiche Olivander) ad Alan Rickman (l'oscuro professore di Pozioni Severus Piton). In definitiva, una trasposizione rispettosa e abbastanza efficace del primo romanzo che vede protagonista il maghetto e i suoi amici che ha incassato, complessivamente in tutto il mondo, 974 milioni di dollari.