Rosie (Eugenie Besserer), prostituta che esercita il proprio degradante lavoro in un saloon californiano di poco conto, ha sempre nascosto questa triste realtà alla figlia Lady (Carol Dempster), cresciuta a Boston. Lady in età adulta decide di tornare dalla madre, ma la ritrova nel braccio della morte con l'accusa di omicidio. Verrà scagionata da Don Maria Alvarez (Richard Barthelmess). Per la figlia è uno dei film meno riusciti di David Wark Griffith, maestro e pioniere del cinema che, nella sua sconfinata filmografia, annovera sia capolavori immortali come Nascita di una nazione (1915) e Intolerance (1916), sia film di minor conto e minor impegno, spesso addirittura trascurabili, come questo. «Uno strampalato omaggio alla chanson de geste» (Paolo Cherchi Usai), in salsa western: cercatori d'oro californiani, prostitute da saloon, eroi messicani e una ragazza perbene che si ritrova come un pesce fuor d'acqua. Il personaggio di Lady è interpretato da una Carol Dempster assolutamente fuori parte; nemmeno Richard Barhelmess riesce a rendere credibile il suo eroe messicano, dopo aver invece reso indimenticabile il commerciante di orgine cinese che interpretò qualche mese prima in Giglio infranto (1919), uno dei film più celebri e affascinanti di David Wark Griffith.