Voyage of Time
Voyage of Time
2016
Mubi
Paesi
Usa, Francia, Germania
Genere
Documentario
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Terrence Malick
Attore
Cate Blanchett
La storia dell'Universo e dell'Evoluzione raccontata a partire dagli albori per arrivare a degli squarci di contemporaneità, seguendo il flusso del tempo.
L'ormai prolifico e inarrestabile Terrence Malick porta a compimento un progetto cullato e accarezzato per moltissimi anni, da sempre etichettato come una costola del precedente The Tree of Life (2011) e ad esso direttamente collegato. Si tratta di un'operazione perfettamente rispondente alle corde espressive dell'autore e alla natura estatica e contemplativa dei suoi ultimi lavori: Malick, infatti, anche in questo caso si sofferma sulle componenti metafisiche dell'esistente e dell'immateriale, dando vita a un vero e proprio poema sinfonico per immagini, nel quale la voice-over narrante di Cate Blanchett accompagna il visionario e cosmologico materiale assemblato dal regista sulla rotta di un viaggio temporale lungo il cosmo che muova addirittura dal Big Bang. Voyage of Time, la cui lavorazione è partita nel lontano 1979 con il titolo ben più ermetico di Q, è però un inconsistente susseguirsi di spunti filosofici e universali già affrontati da Malick con più convinzione in passato, a tal punto da farne un vero e proprio corollario di secondo piano all'interno della sua filmografia. L'intero film sembra infatti una mera nota a margine al bagaglio poetico ed espressivo già ampiamente risaputo dell'autore, senza scarti significativi e con una serie non indifferente di ridondanze (il dialogo fin troppo reiterato con una Madre identificabile con la Terra, il ponte continuo tra particolare e universale). L'esito complessivo, nonostante il maestoso dispendio di immagini imponenti, difetta tanto di originalità quanto di lucidità: lo stiracchiato e sbiadito ricorso alla CGI non è sempre illuminante, compresi gli immancabili dinosauri computerizzati, per tacere di un ricorso a dir poco stonato al found footage per rappresentare l'attuale, controverso rapporto degli esseri umani con la terra che li ospita. Malick si è avvalso dell'amico Brad Pitt come produttore. Del film esiste anche una versione IMAX di soli 40'. In concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2016.
L'ormai prolifico e inarrestabile Terrence Malick porta a compimento un progetto cullato e accarezzato per moltissimi anni, da sempre etichettato come una costola del precedente The Tree of Life (2011) e ad esso direttamente collegato. Si tratta di un'operazione perfettamente rispondente alle corde espressive dell'autore e alla natura estatica e contemplativa dei suoi ultimi lavori: Malick, infatti, anche in questo caso si sofferma sulle componenti metafisiche dell'esistente e dell'immateriale, dando vita a un vero e proprio poema sinfonico per immagini, nel quale la voice-over narrante di Cate Blanchett accompagna il visionario e cosmologico materiale assemblato dal regista sulla rotta di un viaggio temporale lungo il cosmo che muova addirittura dal Big Bang. Voyage of Time, la cui lavorazione è partita nel lontano 1979 con il titolo ben più ermetico di Q, è però un inconsistente susseguirsi di spunti filosofici e universali già affrontati da Malick con più convinzione in passato, a tal punto da farne un vero e proprio corollario di secondo piano all'interno della sua filmografia. L'intero film sembra infatti una mera nota a margine al bagaglio poetico ed espressivo già ampiamente risaputo dell'autore, senza scarti significativi e con una serie non indifferente di ridondanze (il dialogo fin troppo reiterato con una Madre identificabile con la Terra, il ponte continuo tra particolare e universale). L'esito complessivo, nonostante il maestoso dispendio di immagini imponenti, difetta tanto di originalità quanto di lucidità: lo stiracchiato e sbiadito ricorso alla CGI non è sempre illuminante, compresi gli immancabili dinosauri computerizzati, per tacere di un ricorso a dir poco stonato al found footage per rappresentare l'attuale, controverso rapporto degli esseri umani con la terra che li ospita. Malick si è avvalso dell'amico Brad Pitt come produttore. Del film esiste anche una versione IMAX di soli 40'. In concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2016.
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