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Cronache dal FESCAAAL: il racconto della penultima giornata tra palmarès e film, nel segno di Lav Diaz
Siamo infine arrivati al momento tanto atteso, quello della cerimonia di premiazione e della consegna dei premi da parte delle giurie. La cerimonia si è svolta all’Auditorium San Fedele a partire dalle 20:30, con la Giuria Ufficiale - presieduta da Lav Diaz, al fianco di Ali Asgari e Anastasia Plazzotta – che ha conferito il premio principale del concorso lungometraggi Finestre sul Mondo al film cinese di Qiu Yang “Some Rain Must Fall”, premiato pochi mesi fa anche alla Berlinale con il Premio Speciale della Giuria nella sezione Encounters.


Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani conferisce due premi. Il primo, nella sezione Cortometraggi Africani, è andato invece al film senegalese “Dusk”, di Awa Moctar Gueye, che si porta a casa anche il Premio Multimedia San Paolo – Telenova, che consiste nell’acquisizione dei diritti di distribuzione home-video in Italia di un cortometraggio africano. Mentre nella sezione Concorso Extr’A viene premiato “Song of All Ends”, del regista italiano Giovanni C. Lorusso, “per aver saputo accordare il sentimento dolente del frastuono della tragedia e quello pacato della speranza che si ravviva in un film che da un fatto di cronaca e dal duro realismo diventa astratto, concettuale eppure toccante, con un tocco quasi magico. Il regista usa poco le parole e molto le ombre, ispirandosi dichiaratamente all’esempio di Pedro Costa, ma trovando una via del tutto personale per inabissare il pubblico in una visione ricca di spunti e stimoli.”

Tra i premi speciali, “The Gift” di Dalmira Tilepbergen si porta a casa due premi, il Premio AEC – Diocesi di Milano e il Premio Terre des Hommes – Italia “Visioni Future”, dedicato ai film del festival che promuovono i diritti di bambini, bambine e adolescenti, quest’ultimo premio è stato condiviso con “Lonely”, di Michele Pennetta. Al messicano “Sujo” è andato il premio assegnato dalle votazioni del pubblico in sala, il Premio del pubblico Città di Milano. Infine, il premio dell’associazione Cineforum Italiano, Premio CINIT, è andato a “Muna”, di Warda Mohamed, cortometraggio britannico premiato “per la profonda sensibilità con cui la regista traccia il ritratto di una ragazza – alla ricerca di un equilibrio tra radici e aspettative culturali, tra sogni e aspirazioni – in cui gli adolescenti di seconda generazione possano rispecchiarsi e identificarsi, e per la capacità di raccontare, nel tempo di un corto, con delicata precisione e all’interno delle sole mura domestiche, la grande-piccola odissea vissuta dalla giovane protagonista – con gli slanci, le incertezze, la presa di coscienza e la profonda maturazione che la porteranno a incastonare nella propria playlist tradizione e presente.”

Poche ore prima della cerimonia di premiazione, l’evento principale della giornata è stata la masterclass del maestro filippino Lav Diaz, Leone d’oro a Venezia nel 2016 con “The Woman Who Left - La donna che se ne è andata”, tenutasi al cinema Godard di Fondazione Prada. Il lungo incontro, durato circa due ore, è stato moderato da Paolo Bertolin, membro del comitato di selezione della Mostra del Cinema di Venezia ed esperto di cinema asiatico. Una masterclass interessante e approfondita, aperta anche alle domande del pubblico, che ha portato il regista filippino a ragionare sulla sua carriera e sul suo approccio unico al linguaggio cinematografico, sulle tematiche affrontate all’interno dei suoi film e su come il mondo reale influenzi la sua poetica.

Subito dopo, sempre al cinema Godard, Lav Diaz è stato ancora protagonista grazie alla proiezione del film “Taxibol” del regista italiano classe 1992 Tommaso Santambrogio, un lavoro ibrido tra fiction e documentario che segue la conversazione tra Lav Diaz e Gustavo Flecha, un loquace tassista cubano. I due si ritrovano a discutere di politica, migrazione, condizioni sociali e amore. Durante le loro discussioni emerge però il vero motivo dietro la presenza del regista a Cuba: Lav sta cercando un misterioso ex generale scappato dalle Filippine al termine della dittatura di Marcos. Il lavoro di Tommaso Santambrogio è spiazzante e inquietante, lavorando tanto sui dialoghi quanto sui silenzi, i quali prendono il sopravvento fino a diventare soffocanti.

Siamo ormai giunti alla conclusione di questa edizione del FESCAAAL, con la giornata di domenica 12 maggio che chiuderà definitivamente il sipario sulla trentatreesima edizione. Appuntamento, quindi, a domani per il racconto dell’ultima giornata e per ragionare su quali siano stati i film più belli visti in questi dieci giorni di FESCAAAL!

A cura di Simone Riccardi

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